giovedì 27 gennaio 2011

23 maggio 2010 - cerimonia di premiazione del Concorso Letterario “Penna & Calalamaio” 2010

Franca Maria Ferraris è presente, in qualità di membro della giuria, alla cerimonia di premiazione  del Concorso Letterario “Penna & Calalamaio” 2010 , bandito dall’Associazione culturale savonese “Zacem”, che si è svolta in data 23 maggio 2010, presso la sala  conferenze del palazzo della Provincia di Savona.  Oltre aver letto alcune motivazioni  dei primi premi  assegnati ai migliori libri di poesia inviati dai concorrenti  per la Sezione “Libro  edito di poesia”, la Ferraris ha svolto il proprio intervento, che ha avuto come argomento il motivo per cui si scrive e si legge poesia. Se ne riporta, qui di seguito,  uno stralcio: “ Perché si scrive e si legge poesia oggi?”  Questo è quanto talvolta ci viene chiesto o quanto noi stessi ci chiediamo. A mio avviso,  una  spiegazione del perché si scrive e si legge poesia oggi, sta  nel fatto che la poesia fa parte del mondo, ed è per questo che da sempre molti  l’hanno scritta, letta e studiata, cioè da Omero a Dante, da Dante agli umanisti, a da questi a noi , nei giorni nostri. Sono d’accordo  con l’asserzione fatta dal poeta Franco Loi,  con la quale egli afferma che la poesia  è “l’unica istanza di resistenza al processo di disgregazione della società civile”, poiché proprio la poesia possiede la capacità di mettere insieme il sentimento e la storia, cioè il modo come ciascuno di noi vive il  proprio tempo storico, e come da questo stesso tempo viene condizionato. Scrivere è sempre stato “uno scrivere dopo”, cioè dopo aver conosciuto, vissuto, studiato; e per questo, scvrivere avviene  sempre dietro uno spinta interiore che si può chiamare “ispirazione” o “folgorazione”, comunque  un qualscosa che  preme  chiedendo di venire espresso attraverso il meraviglioso mezzo della  parola.  Il fatto che questa “folgorazione” accada, è dimostrato dalle numerose poesie inviate da voi a questo concorso letterario, e non solo da poesie singole, ma anche da interi libri di poesia che ho letto con vero piacere, essendo molti di essi  davvero interessanti. In alcuni di questi libri infatti,  la poesia non è solo un mero  esercizio letterario o di metrica, ma ha qualcosa da insegnare al lettore. Dopo un periodo in cui si sono privilegiati l’ermetismo, le avanguardie, il simbolismo, ora  ci troviamo di nuovo ad apprezzare la lirica,  poiché in questo tempo di incredulità, di frantumazione di molti di quelli che  sono sempre stati considerati  “ideali” o anche “valori”,  non  si può non fare affidamento sul nostro slancio, sulla nostra volontà di superare  i tanti  ostacoli e i tanti dolori della vita, rinascendo continuamente. E una tale rinascita  è possibile attraverso la scrittura e la lettura della poesia. Non faccio differenza tra questi due momenti: quello  della scrittura e quello della lettura. entrambi sono importantissimi, si completano a vicenda,  e hanno come conseguenza il grande compito di salvare la parola  dalla transitorietà, dall’inconsistenza. E’ assegnando a ciascuna parola  un significato  più profondo che si può ottenere  un rinvigorimento  della  forza  con cui  affrontare la vita, e quindi  di intraprendere  un nuovo cammino. “Ho eretto un monumento più durevole del bronzo” diceva il grande poeta latino Orazio nei suoi “carmina” parlando della poesia. “E non potranno distruggerlo né il  rodere della pioggia, né la furia del vento, né gli anni innumerevoli”. Come dire che la poesia è, e resterà sempre,  perché nelle sue parole contiene la vita